sabato 23 maggio 2020

FRANCESCA, LA GINNASTA 🌻

Questa piccola rubrica, "Pillole (di vite) reumatiche", racconterà di persone del tutto normali all'esterno, ma che combattono, convivono e aiutano ad affrontare le malattie reumatiche ogni giorno. Scopriremo brevi tratti delle vite di queste persone, attraverso le loro esperienze e i loro racconti, ed impareremo, grazie ai loro consigli, a conoscere e ad affrontare queste malattie.



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CIAO E BENVENUTA, TI VA DI RACCONTARCI LA TUA STORIA?

Ciao, sono Francesca e ho quasi 25 anni.
A fine estate del 2010 la mia tranquilla vita da adolescente è stata toccata da un brutto lutto, che ho faticato ad elaborare. I due anni successivi sono stati, fin ora, i più brutti della mia vita. Sentimenti negativi, tristezza – ora so che la parola corretta è depressione- e tantissimi problemi di salute che però, all'atto pratico della visita o delle analisi, non davano riscontro.
Stavo male, ma stavo bene, e questo rendeva tutto più complicato. 
Ad un certo punto ho anche smesso di andare a scuola per circa sei mesi, perdendo un anno e ricominciando da un’altra parte.
  
Sicuramente mi ha aiutato moltissimo la terapia psicologica, ma non sembrava sufficiente ad eliminare quegli stranissimi dolori.



  
IN QUANTO TEMPO SEI ARRIVATA AD UNA DIAGNOSI?
COM'E' IL TUO RAPPORTO CON IL REUMATOLOGO?

Ci sono voluti quasi due anni, ma anche dopo la parola fibromialgia siamo rimasti molto nel mah.
Non abbiamo capito subito chi o come la trattasse, e soprattutto è ancora oggi difficile
trovare medici esperti che sappiano di che si parla. Sono stata seguita per un anno da una
reumatologa a Roma, poi ho smesso e mi sono buttata a capofitto prima sul lavoro e poi
negli studi. Ammetto una mia grossa negligenza in questo senso, dovrei trovare un medico di fiducia e farmi seguire al meglio, ma continuo a ripetermi che “per ora sto bene” e rimando. Spero a fine emergenza di smettere di rinviare.



COME LA MALATTIA TI HA CAMBIATO LA VITA?

Confesso, sono una persona pigra e poco da vita mondana a prescindere.
Questo è un bene, non ho perso molto, ma nei periodi in cui si sente di più è difficile fare qualsiasi cosa, soprattutto studiare e fare sport. Lì è veramente dura, perché basta niente a stancarsi o star male, ma ci sono scadenze che non aspettano noi. Mi sento però fortunata; sto mediamente bene e ho avuto pochi periodi davvero faticosi, da non alzarsi dal letto.

È comunque un’amica scomoda, ma vinco più io che lei.



ORA COME STAI?

Attualmente abbastanza bene.
Nelle ultime settimane ho iniziato a sfogare tutto lo stress del periodo appena vissuto -la quarantena- e mi sono imposta uno stretching quotidiano per vietare ai muscoli di irrigidirsi e farmi star peggio.
Non ci riesco sempre, e anche per via del caldo sto iniziando a patire di più, ma devo dire che è stata sicuramente un’ottima scelta.



LAVORI? COM'E' IL TUO RAPPORTO PATOLOGIA-LAVORO?

Ho lavorato part-time per un anno, approfittando di tutti i momenti in cui potevo riposare e l’avevo gestita bene. Adesso studio a tempo pieno, frequento le lezioni e devo dire che è più stancante, perché non ha orari fissi, non finisce tutto quando esci dall'università. La cosa positiva è che ci si può organizzare da soli, però, approfittando dei periodi migliori. Quella negativa è che io non sono assolutamente una persona organizzata, ma ci sto lavorando, soprattutto in vista del futuro, in cui spero di lavorare e seguire le mie ambizioni.



HAI UNA PASSIONE O UN HOBBY CHE RIESCI A COLTIVARE NONOSTANTE LA MALATTIA?

Faccio ginnastica artistica, quando l’università non mi toglie troppo tempo, e mi piace scrivere. Ultimamente ho iniziato a farmi una lista di cose che devo fare assolutamente tutti i giorni (tra cui studiare, allenarmi, seguire alcuni hobby) e cerco di impegnarmi a portare tutto a termine ogni giorno.
Lo sport e la malattia non si conciliano sempre benissimo, ma mi prendo i miei spazi ogni volta che posso.



CHE CONSIGLIO VUOI DARE A CHI STA AFFONTANDO QUESTA MALATTIA?

Parlatene, spiegate quel che state vivendo e non vergognatevi. 

C’è bisogno della collaborazione di chi ci è accanto.
È importante conoscersi, capire cosa riusciamo a fare e quando fermarci, ascoltare il proprio corpo ed accettare i propri limiti. Ci sono giorni buoni e giorni cattivi, saper trovare un equilibrio serve a viverli tutti bene.



UNA FRASE O UN PENSIERO CHE VUOI LASCIARE AI NOSTRI LETTORI?

Le malattie si hanno, non si diventa una malattia.

Avere un problema non significa doversi identificare in toto in quello. 


Bisogna scindersi dalla patologia e sapere che si è comunque più forti di lei.





Grazie mille per avermi fatto
condividere la mia storia sul tuo blog.
🌻Francesca





Grazie per essere stata così disponibile
 e d'ispirazione per tutti
🌱Luinil



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